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Visualizzazione dei post da 2019

La montagna è sofferenza

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Dicono che la montagna è sofferenza e fino ad oggi non sapevo cosa volesse dire veramente questa cosa. Arrivare a metà parete e dire mollo, scendo, io non posso farcela; è una delle più grandi sconfitte che paghi una volta a casa quando ripensi alla tua giornata. Quella sensazione l'avevo già provata. So cosa si prova a lasciare una salita a metà solo perché lasci che a vincere sia la paura... Avevo le mani congelate. I piedi in quelle minuscole scarpette ormai non li sentivo più ed erano arrivati anche i crampi. Mi ero bloccata lì in parete, ferma sulle punte dei piedi, e non riuscivo più a salire. Volevo solo tornare indietro. Ma quando ho provato a indietreggiare chi mi faceva sicura, mi ha teso la corda e di scendere non se ne parlava proprio. "Devi proseguire. Devi portarla a casa!" Così ho preso tempo, ho scaricato le gambe, ho riposato, preso fiato, guardato dove mettere i piedi e via sono ripartita. Mani e piedi freddi forse erano solo scuse, stava per...

Prima volta in falesia

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Come farò con quelle scarpette piccole piccole a salire fin lassù? Come farò ad afferrare una "manetta" in cui ci sta solo una falange della mia mano? Come farò a metterci la sola punta di un piede, spingere sulla stessa e arrivare fino in cima? Di certo non sarei mai potuta salire da primo. Ma guardavo il primo salire, agganciare i rinvii e io avevo solo paura! "E' troppo verticale per me! Dove metto mani e piedi?" Ho imparato a fare il nodo sulla corda, legarlo all'imbrag o e realizzare che a quei 60 metri ci stavo attaccando la vita. Prima di partire un tocco alla parete come chiedergli di essere comprensiva. Ho puntato il primo piede, poi il secondo, il terzo e così via fino alla cima. Fatico a fidarmi di me stessa, e lo capisco quando certi passi mi diventano difficili farli. So dove mettere i piedi, so come muovermi ma resto li immobile perché ho paura che le gambe non tengano, perché ho paura di non farcela. Perché ho paura di cadere. Perché h...

Compleanno ad alta quota

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"Il bello deve ancora venire" ormai gli attacchi cominciano tutti così. Imbragatura e via si comincia la salita. I primi metri sono stati impegnativi, molto in verticale. Se guardavo giù, il vuoto. Poi subito via lontano lo sguardo verso l'orizzonte, bhè il panorama una cosa meravigliosa. E le vertigini si controllano. La prima cosa che ho cercato è stato il suono dei moschettoni che scivolano sulla catena. Oh non so che dirvi ma quel suono è una cosa che ancora non so spiegare. E via, spinta dopo spinta fino alla cima. Nei tratti più difficili, Roby dall'alto mi dava indicazioni. Io cercavo la calma e tentavo di seguire i suoi passi; i suoi "balconi". Insomma segui il maestro e impara l'arte! Claudio da sotto mi correggeva su alcune aderenze, ma io spesso di testa mia! Non è semplice coordinare i movimenti in modo corretto. Io uso ancora molto le braccia, mi fido ancora poco delle mie gambe ma sono riuscita a controllare la paura. Sganciavo e riattacca...

Chiudo la giacca ed è emozione

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Apro il mio box.. e lei eccola li.. La tolgo dal cavalletto e l'accompagno fuori. Le prime volte lo facevo saltando in sella perchè avevo molta più certezza di non farla cadere ora la tengo appoggiata su un fianco e a mano la spingo fino a fuori. E' un po come volerle spiegare chi comanda tra le due. Inserisco e ruoto la chiave, il quadro fa quel giro da farti perdere la testa. Prima sale, poi scende. Ora è tutto fermo. La calma piatta. La calma prima di ogni emozione. Spingo il bottone e il motore si sveglia, sento l'odore della benzina, l'odore dello scarico, sento i giri che si assestano e intanto finisco di vestirmi. Chiudo la giacca, controllo di aver coperto bene il collo e che tutte le protezioni siano in ordine. Metto il casco e lo chiudo con precisione. Sento il batticuore arrivare. Sento quella sensazione di eccitazione folle percorrermi la pelle. Sento una stretta allo stomaco. Metto i guanti e tiro le cerniere dei polsini della giacca. Ok, sono pr...

L'amore.. non muore mai di morte naturale

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L'amore non muore mai di morte naturale. Muore perché noi non sappiamo rifornire la sua sorgente. Perché i rapporti non durano? Perché quella passione che sentiamo all'inizio ad un certo punto della nostra relazione inizia ad affievolirsi fino a sparire? Perché le persone si sposano? Fanno figli e poi si lasciano dopo uno o due anni, eppure erano partiti con le migliori intenzioni. Molte persone iniziano una relazione perché credono sia la soluzione alla propria infelicità. In questo modo stanno delegando la propria felicità ad un'altra persona infatti nel corso del rapporto si sentiranno costantemente minacciate. Ricordati che prima di iniziare una relazione con qualcuno che ti renda felice devi essere tu la prima persona a renderti felice. Il problema è che aspettiamo che qualcuno ci porti la felicità infatti è proprio questo il motivo per il quale molte persone là fuori sono infelici. Se in un rapporto manca l'empatia ad esempio non c'è rapporto. Le...

In moto si muore, io con lei rinasco.

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Che palle! Da quando ho comprato la moto tutti non fanno altro che ripetermi sempre la stessa cosa.  In moto si muore! Si forse, m a io sono morta 4 anni fa affrontando uno dei dolori più difficili e indelebili che una donna possa affrontare.  E' stato lungo e doloroso cercare di rimettere in ordine tutti i pezzi della mia vita, ci sono voluti anni.  Mi ci sono voluti anni per ricominciare, ricostruire la mia persona. Rialzarmi da terra, uscire dal tunnel.  Il primo anno è stato forse il più complesso e difficile.  Dopo la fine della mia storia d'amore, quella che pensi durerà per tutta la vita, quella per cui combatti, quella per cui fai progetti e sogni, mi sono dovuta rimboccare le maniche e cercare una casa dove andare.  Una nuova casa dove poter ricominciare senza lui e senza più niente di noi.   Non è stato per nulla uno dei momenti più sereni della mia vita, anzi. E' passato un inverno e un intera primavera.  Poi è arrivata l'estate, pe...

UNA Lady biker.. nella mente di un uomo

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Ringrazio Max de Pas - amico del web - motociclista - che mi ha regalato questo bellissimo pensiero da dedicare a tutte noi Lady Biker!  "Dunque... Dal momento che il Motociclista "uomo", cool, avventuriero e giramondo sogna e desidera la donna pratica, compagna di avventure da tre paia di mutande, tre di calzini e due maglie rigorosamente senza tacchi al seguito, ecco che può - seppur abbastanza di rado - arrivare all'improvviso una mazzata tra caviglie, ginocchia, bacino e capocollo.  Sei fottuto, ti trema la voce, non ci capisci più nulla. Si compie il ribaltamento di tutti i canoni estetici, e non solo, iner enti la gran parte delle donne che hai provato a rimorchiare in sella alla tua scintillante motocicletta.  Quando dalla visiera di un casco spuntano fuori gli occhi da Gatta non resta che grattarsi i maroni e scendere giù in piega ma solo per inchinarsi a cotanta, maestosa, prorompente ed affascinante alienazione.  La Donna Motociclista.  Ed e...

Zavorra, zavorrina... ah no ormai sono una Lady Biker!

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Zavorrina è un termine che deriva da zavorra. Zavorra nella lingua italiana è tradotto "peso, massa". Nella lingua dei motociclisti viene utilizzato per indicare il passeggero della moto, che solitamente è una ragazza o una donna. Quindi... mi viene da chiedere. La zavorrina è un peso per il motociclista, e/o per la moto stessa?! Ci  sono alcuni motociclisti che utilizzano il termine zavorrina in modo negativo, ovvero la situazione di portare in moto con sé un passeggero, compromette la guida della moto che non risulta essere fluida e performante così come quando si viaggia da soli. Per fortuna non è per tutti così! Ci sono anche motociclisti entusiasti di condividere viaggi, esperienze e anche la sella con una fanciulla. Dopo il motociclista, che qui è definito come il maschio alla guida; negli ultimi anni ha preso piede una nuova "specie"; la Lady Biker. Ovvero la Femmina alla guida di una motocicletta. La maggior parte di queste femminucce prima sono sta...