Caro Babbo Natale, quest'anno vorrei...
Eh anche quest'anno è già Natale!
Aiuto ma qui corre tutto troppo in fretta!
Io non amo molto questa festività. Mi riempe di malinconia e di pensieri che mi portano indietro nel tempo. E' uno di quei giorni che mi porta a ricordare le persone che avrei voluto vedere ancora al mio fianco e che oggi hanno lasciato un vuoto incolmabile. Vorrei sentire ancora quel suono ma posso solo ricordare.
Ormai questa è una festa che si è basata sul solo continuo consumismo, sulle grandi abbuffate e un sacco di soldi spesi per negozi, e poi ci lamentiamo della crisi.
Dai su siamo sinceri, ormai questa festa è solo per i piccini. Loro che sono li ad aspettare l'omone vestito di rosso con la barba finta che arriva con la sua slitta trainata dalle renne, dal suono inconfondibile dei suoi campanellini. Si perché loro, i più piccoli conoscono bene tutta la storia di Babbo Natale.
Dai sono bellissimi.. E' bellissimo vedere come a loro serve poco essere felici.
Per noi adulti invece é un po diverso. Il momento natalizio, è un periodo molto triste per parecchie persone, al punto che si parla di "tristezza da Natale" oppure come amano definirla gli inglesi "Christmas Blues". Questa è una cosa che conoscono molto bene medici di base, psicologi, psichiatri e noi poveri sanitari che puntualmente le feste le lavoriamo tutte!
Il contrasto tra luci delle vetrine, cieli di stelline sugli alberi alla solitudine che molte perone avvertono nella propria vita può essere così acuto da diventare un qualcosa di intollerabile. Qualcosa di troppo doloroso.
A volte è abbastanza vivere da soli, senza solidi rapporti famigliari. Altre volte invece la famiglia esiste solo dal punto di vista anagrafico e per questo non viene percepita come fonte di affetto, di calore, di sostegno ma un insieme quasi casuale di persone che condividono poco o quasi nulla di quello che conta veramente nella vita.
Caro Babbo Natale,
quest'anno non voglio trovare sotto l'albero un contratto di lavoro migliore e nemmeno un aumento. Anche se dopo anni di lavoro e aver ottenuto con tanto sacrificio finalmente il mio ruolo (non proprio vicino casa come sognavo); posso permettermi di portare ancora un po di pazienza, si dai sono ancora abbastanza giovane per i tanti chilometri e gli orari assurdi.
Non ti chiederò di lasciarmi a casa nei giorni di festa che stanno per arrivare, si sa gli ospedali non chiudono mai. Ma non riesco a ricordare a quando risale la mia ultima domenica di riposo. Diciamo che un weekend per stare con la mia famiglia piacerebbe anche a me farlo ogni tanto.
Non ti chiederò di festeggiare l'ultimo dell'anno con gli amici, oppure a fare cose che nemmeno so visto che gli ultimi sei anni li ho passati in servizio, tanto un altro anno di lavoro che cambierà adesso.
Ah un altra cosa importante! Non preoccuparti di togliermi dalla paga le ore di straordinario e trasformarle in ore accantonate, quelle sono ore che tolgo alla mia vita privata e le faccio molto volentieri; perchè non mi servono soldi in più, mi piace regalare ore gratuite all'azienda!
Milletrecento euro (forse/quasi) mi bastano, anzi abbondano per mangiare, pagare la rata del mutuo, le spese condominiali, luce, gas, acqua, assicurazione e bollo auto, per non parlare della sua usura.
Se ho dimenticato qualcosa a quello ci penserà poi Equitalia a ricordarmelo, tu non preoccuparti.
Poi se ti va puoi anche decidere di fsrmi demansionare ancora di più di quanto noi non lo siamo e puoi anche evitare di farmi dare il preavviso. Tanto noi sanitari abbiamo le spalle grosse, noi a queste cose ci siamo abituati.
Caro Babbo Natale,
quest'anno vorrei che tu riuscissi a portarmi dei regali speciali, dei regali insoliti e che magari possono fare anche la differenza.
Vorrei il giorno di Natale prendere servizio, bere un caffè prima di cominciare il giro. Vorrei leggere la consegna e riuscire a ricordare il nome di tutti i pazienti, senza mai doverli rileggere.
Vorrei avere il tempo di poter chiedere ad ognuno di loro come va, soprattutto in questi giorni senza mostrarmi una persona in fuga perché mi aspettano nella camera accanto.
Vorrei avvicinarmi al malato e vederlo sorridere almeno per un'ora, quindi regalami del tempo non sempre cronometrato.
Vorrei riuscire a fermarmi, e fare la mia pausa pranzo visto che l'azienda in qualunque caso non mi retribuisce per 30 minuti, e non sente ragioni.
Spazza via quell'aria viziata e volti cupi di persone che descrivono le loro giornate tutte uguali, tra una timbratura del cartellino e l'altra.
Caro Babbo Natale, ti chiedo solo attimi di felicità tra vuoti tremendi in cui le azioni veramente importanti vengono risucchiate da doveri asettici e formali.
Ti chiedo attimi di felicità, soprattutto in questi giorni che sono i più difficili per noi sanitari e loro "utenti" chiusi tra quattro mura senza avere l'occasione di fare quello che magari avrebbero voluto in questi giorni fare.
Tutto questo.. mentre i piani più alti; la direzione, l'ufficio del personale e gli infermieri che hanno scelto di essere amministrativi si abbufferanno per giorni e giorni.
Loro che decidono di amministrare il mio monte-ore fregandosene della mia vita.
Caro Babbo Natale, lo so che nei tempi nostri la felicità costa cara, molto cara!
Ma lo sai bene che un sanitario felice è in grado di offrire molto di più ai suoi pazienti. E un sanitario che sa dare molto, tanto, troppo a tutti i suoi pazienti bhè.. MERITA DI ESSERE RICONOSCIUTO.
Magari con del tempo libero per farne quello che vuole, senza aspettare la chiamata dal reparto per saltare l'ennesimo riposo e perché no anche economicamente!
Grazie!
Ora scappo! Devo correre ad organizzare i biscotti e il bicchiere di latte sul davanzale di mia sorella. Si perché Diego ha pensato bene di lasciare cibo e latte a Babbo natale per la sua lunga notte di consegne!
Vorrà mica scoprire che Babbo Natale non ha gradito!
E che sia un Felice Natale per tutti!
Un Felice Natale sempre operativi!
Aiuto ma qui corre tutto troppo in fretta!
Io non amo molto questa festività. Mi riempe di malinconia e di pensieri che mi portano indietro nel tempo. E' uno di quei giorni che mi porta a ricordare le persone che avrei voluto vedere ancora al mio fianco e che oggi hanno lasciato un vuoto incolmabile. Vorrei sentire ancora quel suono ma posso solo ricordare.
Ormai questa è una festa che si è basata sul solo continuo consumismo, sulle grandi abbuffate e un sacco di soldi spesi per negozi, e poi ci lamentiamo della crisi.
Dai su siamo sinceri, ormai questa festa è solo per i piccini. Loro che sono li ad aspettare l'omone vestito di rosso con la barba finta che arriva con la sua slitta trainata dalle renne, dal suono inconfondibile dei suoi campanellini. Si perché loro, i più piccoli conoscono bene tutta la storia di Babbo Natale.
Dai sono bellissimi.. E' bellissimo vedere come a loro serve poco essere felici.
Per noi adulti invece é un po diverso. Il momento natalizio, è un periodo molto triste per parecchie persone, al punto che si parla di "tristezza da Natale" oppure come amano definirla gli inglesi "Christmas Blues". Questa è una cosa che conoscono molto bene medici di base, psicologi, psichiatri e noi poveri sanitari che puntualmente le feste le lavoriamo tutte!
Il contrasto tra luci delle vetrine, cieli di stelline sugli alberi alla solitudine che molte perone avvertono nella propria vita può essere così acuto da diventare un qualcosa di intollerabile. Qualcosa di troppo doloroso.
A volte è abbastanza vivere da soli, senza solidi rapporti famigliari. Altre volte invece la famiglia esiste solo dal punto di vista anagrafico e per questo non viene percepita come fonte di affetto, di calore, di sostegno ma un insieme quasi casuale di persone che condividono poco o quasi nulla di quello che conta veramente nella vita.
Caro Babbo Natale,
quest'anno non voglio trovare sotto l'albero un contratto di lavoro migliore e nemmeno un aumento. Anche se dopo anni di lavoro e aver ottenuto con tanto sacrificio finalmente il mio ruolo (non proprio vicino casa come sognavo); posso permettermi di portare ancora un po di pazienza, si dai sono ancora abbastanza giovane per i tanti chilometri e gli orari assurdi.
Non ti chiederò di lasciarmi a casa nei giorni di festa che stanno per arrivare, si sa gli ospedali non chiudono mai. Ma non riesco a ricordare a quando risale la mia ultima domenica di riposo. Diciamo che un weekend per stare con la mia famiglia piacerebbe anche a me farlo ogni tanto.
Non ti chiederò di festeggiare l'ultimo dell'anno con gli amici, oppure a fare cose che nemmeno so visto che gli ultimi sei anni li ho passati in servizio, tanto un altro anno di lavoro che cambierà adesso.
Ah un altra cosa importante! Non preoccuparti di togliermi dalla paga le ore di straordinario e trasformarle in ore accantonate, quelle sono ore che tolgo alla mia vita privata e le faccio molto volentieri; perchè non mi servono soldi in più, mi piace regalare ore gratuite all'azienda!
Milletrecento euro (forse/quasi) mi bastano, anzi abbondano per mangiare, pagare la rata del mutuo, le spese condominiali, luce, gas, acqua, assicurazione e bollo auto, per non parlare della sua usura.
Se ho dimenticato qualcosa a quello ci penserà poi Equitalia a ricordarmelo, tu non preoccuparti.
Poi se ti va puoi anche decidere di fsrmi demansionare ancora di più di quanto noi non lo siamo e puoi anche evitare di farmi dare il preavviso. Tanto noi sanitari abbiamo le spalle grosse, noi a queste cose ci siamo abituati.
Caro Babbo Natale,
quest'anno vorrei che tu riuscissi a portarmi dei regali speciali, dei regali insoliti e che magari possono fare anche la differenza.
Vorrei il giorno di Natale prendere servizio, bere un caffè prima di cominciare il giro. Vorrei leggere la consegna e riuscire a ricordare il nome di tutti i pazienti, senza mai doverli rileggere.
Vorrei avere il tempo di poter chiedere ad ognuno di loro come va, soprattutto in questi giorni senza mostrarmi una persona in fuga perché mi aspettano nella camera accanto.
Vorrei avvicinarmi al malato e vederlo sorridere almeno per un'ora, quindi regalami del tempo non sempre cronometrato.
Vorrei riuscire a fermarmi, e fare la mia pausa pranzo visto che l'azienda in qualunque caso non mi retribuisce per 30 minuti, e non sente ragioni.
Spazza via quell'aria viziata e volti cupi di persone che descrivono le loro giornate tutte uguali, tra una timbratura del cartellino e l'altra.
Caro Babbo Natale, ti chiedo solo attimi di felicità tra vuoti tremendi in cui le azioni veramente importanti vengono risucchiate da doveri asettici e formali.
Ti chiedo attimi di felicità, soprattutto in questi giorni che sono i più difficili per noi sanitari e loro "utenti" chiusi tra quattro mura senza avere l'occasione di fare quello che magari avrebbero voluto in questi giorni fare.
Tutto questo.. mentre i piani più alti; la direzione, l'ufficio del personale e gli infermieri che hanno scelto di essere amministrativi si abbufferanno per giorni e giorni.
Loro che decidono di amministrare il mio monte-ore fregandosene della mia vita.
Caro Babbo Natale, lo so che nei tempi nostri la felicità costa cara, molto cara!
Ma lo sai bene che un sanitario felice è in grado di offrire molto di più ai suoi pazienti. E un sanitario che sa dare molto, tanto, troppo a tutti i suoi pazienti bhè.. MERITA DI ESSERE RICONOSCIUTO.
Magari con del tempo libero per farne quello che vuole, senza aspettare la chiamata dal reparto per saltare l'ennesimo riposo e perché no anche economicamente!
Grazie!
Ora scappo! Devo correre ad organizzare i biscotti e il bicchiere di latte sul davanzale di mia sorella. Si perché Diego ha pensato bene di lasciare cibo e latte a Babbo natale per la sua lunga notte di consegne!
Vorrà mica scoprire che Babbo Natale non ha gradito!
E che sia un Felice Natale per tutti!
Un Felice Natale sempre operativi!
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